Pagine Romaniste
·16 de novembro de 2024
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Corriere dello Sport (R. Maida) – L’ amore di Ranieri per la Roma è nell’esuberanza delle risate, delle espressioni testaccine, delle parole emozionate. Ma si esplicita anche attraverso gli interventi decisi -addirittura tre in 41 minuti di conferenza stampa – che si sovrappongono alle risposte in francese del direttore sportivo, Florent Ghisolfi, seduto al suo fianco per accompagnarne l’investitura ufficiale. Il baronetto non vedeva l’ora di ritrovarsi lì, dentro a un centro sportivo “che nemmeno riconosco per quanto è cambiato”, con la frenesia di chi pensa di vincere anche questa sfida. Ranieri maneggia con cura la comunicazione, affronta ogni argomento con chiarezza, perché non ha smesso di essere allenatore e ha già cominciato a sentirsi un dirigente. Dentro a questa fusione di ruoli, tra presente e futuro, può rinascere un piano credibile dei Friedkin.
Proprio la descrizione del colloquio con il presidente rappresenta una netta cesura con i quattro anni di gestione silente e misteriosa. Nell’intervista del 21 ottobre, quando era lontano dalla Roma, Ranieri aveva criticato aspramente una società “fredda” che dava “un’idea di improvvisazione”. Non si è rimangiato nulla e anzi l’ha ripetuto al presidente nelle quattro ore di riunione al Claridge’s di Londra, lunghe e vivaci quanto necessarie e propedeutiche. “Deve spiegare le sue scelte, mister Friedkin, perché in Italia funziona così”. Il patron ha apprezzato la franchezza, anche sulla questione Dybala: dall’estate la Roma sta provando a liberarsene per ragioni economiche ed è perplessa di fronte alla concreta possibilità che rinnovi il ricco contratto quando scatterà il bonus di presenze. Ranieri ha puntualizzato che Dybala, quando starà bene, giocherà sempre: “Nell’area tecnica faccio come me pare”.
Consapevole di una missione complicata, Ranieri ha poi spostato da solo la conferenza su un tema che ritiene decisivo: ai tifosi, dei quali condivide la frustrazione e la rabbia, ha chiesto di non fischiare la squadra all’Olimpico. Non all’inizio delle partite almeno. Soltanto lui, con il suo carisma e la sua passione, può convincere la gente a sospendere la protesta per riprendere il sostegno al terzo regno di Claudio. I giocatori però, da parte loro, devono dare “il 120 per cento, ricordando quanto siano privilegiati”. Non c’è stato alcun accenno ai due mesi di Juric a Trigoria. Ma Ranieri in più passaggi, alcuni anche divertenti, ha lasciato intendere che nella Roma ci sia molto da cambiare. “I giocatori si sono impegnati. Non è vero che non correvano, correvano magari a vuoto”. “Prometto che Angeliño non giocherà più difensore centrale”. “Ho visto la finale e la semifinale di Champions di Hummels. Perché non deve giocare?”.
Dall’alto della sua esperienza, Ranieri ha saputo infine ironizzare sul lungo casting di allenatori, veri o presunti, che sono stati accostati alla Roma. Mentre Ghisolfi assicurava che “Claudio era la nostra priorità”, lui ha chiosato con l’immancabile risata e un occhiolino sornione: “E che volevate che rispondesse, guai se avesse detto il contrario…”. Game, set, match.
Foto: [Alessandro Sabattini] via [Getty Images]