Fiorentina Inter, Berti: «Che bello sarebbe essere al Franchi, ma non mi hanno ancora perdonato… Viola insidiosi, ma mi fido di Inzaghi» | OneFootball

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·06 de fevereiro de 2025

Fiorentina Inter, Berti: «Che bello sarebbe essere al Franchi, ma non mi hanno ancora perdonato… Viola insidiosi, ma mi fido di Inzaghi»

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Le parole di Nicola Berti in vista di Fiorentina Inter, recupero della 14ª giornata, doppio ex della sfida e mai perdonato dai viola per il suo trasferimento

Questa sera si gioca Fiorentina Inter al Franchi, recupero della partita sospesa alla 14ª per il malore di Edoardo Bove. Della gara ha parlato Nicola Berti, doppio ex della sfida che con il suo trasferimento da Firenze ai nerazzurri ha lasciato lungo l’Arno un sentimento che forse nella storia è pareggiato solo da quello dei guelfi di parte nera per Dante Alighieri. Di seguito le sue parole a la Gazzetta dello Sport.

PARTITA – «Sarebbe stato il caso di andarla a vedere questa gara -1 tra Fiorentina e Inter. Però io al Franchi non sono gradito. Mi rifarò a inizio marzo al Maradona, la sfida col Napoli non me la perdo».


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“TRADIMENTO” DEL 1988 – «Sembra incredibile, vero? Beh, quattro anni fa, prima del Covid, ho provato a tornare al Franchi insieme con mio figlio. Gli spettatori che avevo attorno mi hanno preso di mira finché non me ne sono andato. Uscendo mi è tornato alla mente di quando, Mondiale 1990, per consentirmi di entrare nel ritiro azzurro di Coverciano la Federazione dovette procurarmi una adeguata scorta dei carabinieri: parlo sul serio, la gente voleva darmi addosso».

ADDIO AI VIOLA – «Io dell’Inter ero già tifoso da ragazzo e come calciatore ho vissuto in nerazzurro stagioni trionfali, conservo ricordi indelebili. Anche la Fiorentina è stata una tappa fondamentale della mia vita da atleta, se non mi fossi messo in luce con la maglia viola l’Inter non mi avrebbe comprato e la Fiorentina non avrebbe realizzato una significativa plusvalenza. Un’operazione di mercato come tante, eppure il popolo gigliato se la prese solo con me. Con un accanimento, una ferocia superiori alla contestazione poi scattata al trasferimento di Baggio in bianconero. Potrei anche essere orgoglioso di queste testimonianze di odio sportivo, che poi è indice di grande stima, se non fosse che, come dicevo, durano ancora».

PRIMA VOLTA A FIRENZE IN NERAZZURRO – «C’è stata una sola partita nella mia carriera in cui sono sceso in campo con le gambe tremolanti: Fiorentina-Inter del febbraio 1989. Fin dal riscaldamento venni intimorito da cinquantamila spettatori ululanti contro di me. Una bolgia. In altre circostanze, non poche, i fischi e gli improperi hanno avuto una conseguenza positiva sul mio rendimento, più mi contestavano e più mi gasavo. Ma quella volta accusai talmente l’ostilità che Trapattoni mi tolse dal campo dopo mezz’ora in cui avevo girato a vuoto».

SCONFITTA – «Eravamo in vantaggio, Matthaeus su rigore. Ultima di andata, era in atto un testa a testa col Napoli, guarda un po’ le coincidenze… Bè, io rientro negli spogliatoi e dopo due minuti sento un boato: pareggia Baggio. Fu la nostra prima caduta, negli spogliatoi dissi ai cronisti e poi anche in tv alla Domenica Sportiva che avrei chiesto spiegazioni al Trap sul cambio: con me dentro si stava vincendo. Ma in realtà sapevo di essermi ritrovato in grande difficoltà».

RISCHO CHE LA STORIA SI RIPETA – «Io penso che la mia squadra del cuore sia la più forte del torneo. Certo queste due partite ravvicinate contro lo stesso avversario potrebbero nascondere insidie a livello mentale».

LOTTA SCUDETTO – «Febbraio è un mese cruciale, l’Inter lo affronterà al meglio. La Fiorentina è un’ottima squadra e perciò bisogna tenerla in grande considerazione. Ma io sono ottimista. Abbiamo tanti giocatori al top: Lautaro ha ripreso a segnare, Barella non lo toglierei mai, Dumfries spinge forte, come faceva Maicon. Eppoi Inzaghi è padrone della situazione. Mi aspetto che utilizzi di più Frattesi, ci può dare tanto. Come tifoso mi sento tranquillo, parlando da addetto ai lavori, dico che ci attende una gran bella sfida perché il Napoli ha solo il campionato e Conte nel primo anno di lavoro sa ottenere il massimo dalle sue squadre. Se penso che ha convinto Lukaku a perdere 8 chili…».

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