Gazzetta – La grande sfida Napoli-Inter: tecnici, uomini e stili di gioco! Ecco dove si decide lo scudetto… | OneFootball

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·22 de outubro de 2024

Gazzetta – La grande sfida Napoli-Inter: tecnici, uomini e stili di gioco! Ecco dove si decide lo scudetto…

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L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha fatto il punto su quella che potrà essere la lotta scudetto, soffermandosi su Napoli ed Inter.

Gazzetta – La grande sfida Napoli-Inter: tecnici, uomini e stili di gioco! Ecco dove si decide lo scudetto…

Lo scontro diretto arriverà il prossimo 10 novembre, ma intanto Napoli e Inter si contendono già lo scettro di favorita per lo scudetto. Abbiamo analizzato chi sta meglio tra le squadra di Conte e Inzaghi.


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NAPOLI – Lassù in cima non si arriva per caso. E, soprattutto, senza solidità. La rivoluzione di Conte è partita dalla radice del problema della scorsa stagione, tanto che il tecnico stesso snocciolò nel giorno della presentazione i numeri impietosi delle reti subite. Dopo lo sciagurato debutto a Verona (3-0, senza Buongiorno), il Napoli ha subìto solo due reti. A Empoli ha dimostrato di saper soffrire e di sapersi sporcare le mani, questo fa la differenza. Come lo sta facendo la capacità di essere camaleontico: il Napoli sa cambiare sistemi di gioco a seconda dell’avversario e della situazione di gioco. Attacca con un sistema e difende con un altro. Ma il punto di forza primario resta lui, Antonio Conte, l’uomo a cui De Laurentiis ha affidato la ricostruzione. Conte sa come si sta lassù, sa quanto c’è da pedalare forte per restarci. Napoli è nelle mani del suo condottiero, che quando va in fuga diventa imprendibile…

INTER – Il tricolore e, poco più su, quella nuova stella: mostrarli con orgoglio come fa l’Inter non è vanità, ma responsabilità. I nerazzurri vogliono essere i primi dai tempi della Juve a tenere lo scudetto sulla maglia per due anni di fila e sono convinti di avere strumenti convincenti: più profondità nella rosa, più certezze costruite negli anni, più giocatori pronti a costruire un ciclo, in patria e oltre. Le quattro vittorie di fila dopo il derby sciagurato dimostrano che Inzaghi ha ritrovato quasi i suoi punti di forza: viste le tante soluzioni, si può pure sopperire a due infortuni in un quarto e in Italia non esiste arma più potente della ThuLa di Simone. Sempre con la Roma, poi, è arrivato un atteso “clean sheet” in trasferta in A, segno che dopo qualche scricchiolio iniziale il muro difensivo può essere rialzato. Se i nerazzurri non avranno mai problemi a metterla dentro, anche grazie alle mezzali di assalto, è dietro che può abitare il segreto per trionfare (ancora).

NAPOLI – L’entusiasmo è contagioso e il Napoli si nutre dell’energia dei suoi tifosi, tornati al fianco della squadra come nell’anno dello scudetto. Il Maradona sta facendo la differenza, sta diventando davvero il fortino che sognava Conte: quattro gare e quattro vittorie. Fisicamente il Napoli sta bene, deve solo aiutare Lukaku ad avvicinarsi in fretta al suo cento per cento, per tornare a essere devastante. A livello emotivo, c’è da capire se davvero il primo posto non abbia fatto venire le vertigini a qualcuno come ha detto il tecnico domenica, cercando di spiegare i perché di un primo tempo di grande sofferenza. Le gambe hanno tremato, ma alla fine è arrivata lo stesso la vittoria. Un altro bel segnale nella corsa al vertice.

INTER – Nel primo momento caldo, quello in cui è più facile scottarsi, l’Inter esulta per la condizione psico-fisica completamente ritrovata (ma non ancora ai picchi della seconda stella), però nello stesso tempo si lecca le ferite perché in un colpo solo ha perso due titolari come Calhanoglu e Acerbi. All’Olimpico i nerazzurri hanno dato prova estrema di compattezza nelle difficoltà, dote che appartiene alle squadre vincenti, ma il problema infortuni muscolari rischia di aver un peso, soprattutto nella corsa scudetto. Giocare contro la Juve dell’ex Thiago Motta senza la colonna vertebrale (centrale più regista) non è rassicurante, ma almeno gambe e testa sono tornate a parlarsi: nei saliscendi di inizio stagione non era così.

NAPOLI – Empoli ha confermato: avere o meno Lobotka, fa tutta la differenza del mondo. Gilmour crescerà, ma lo slovacco resta insostituibile e Conte spera di recuperarlo per la trasferta in casa del Milan di martedì prossimo. Chiaro che senza Lobo cambiano gli scenari e a risentirne non è soltanto la manovra: Stanislav si fa sentire in entrambe le fasi di gioco ed è micidiale anche nella riaggressione. L’altra incognita resta la mancanza di una vera alternativa ai due centrali difensivi: Rafa Marin è l’unico neoacquisto a non aver giocato ancora un minuto in questo campionato, Juan Jesus era il titolare a Verona e… insomma, non è Buongiorno, accanto al quale è tornato su grandi livelli anche Rrahmani. E occhio alla tenuta mentale: per Conte il primo tempo “da spettatori” a Empoli è figlio di pressione che i giocatori stessi si sono messi addosso per mantenere il primo posto. Ora che arrivano i big match, come reagirà la squadra?

INTER – Questi infortuni sul più bello tolgono certezze ai nerazzurri che, però, devono guardarsi soprattutto da se stessi. Il vero nemico dell’Inter è infatti… l’Inter, intesa come squadra campione e quindi naturalmente un po’ sazia al momento di sedersi a tavola. I punti persi a inizio stagione sono figli, in parte, di cali di tensione e di singoli sotto gli standard (vedi un Mkhitaryan stranamente giù di corda). Questo ciclo di successi induce a pensare che la rotta sia stata invertita e la rosa è abbastanza lunga per sopperire ai vari guai muscolari, ma l’infermeria tende a riempiersi con molta più facilità rispetto all’anno scorso: va da sé, questo potrebbe avere un peso. Proprio come l’eventuale percorso europeo che farà la squadra di Inzaghi: se il 2023-24 era stato divorato dall’ossessione seconda stella, ora l’Inter ha ben messo a fuoco anche l’obiettivo Champions. Nonostante le rotazioni, alla fine le antenne potrebbero essere dirette più verso l’Europa che l’Italia.

Carlo Gioia

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