Inter News 24
·25 de janeiro de 2025
Inter News 24
·25 de janeiro de 2025
L’ottimo cammino in Champions League dell’Inter, il ritorno al gol di Lautaro, le critiche a Taremi e Asllani e le voci di calciomercato: questi e tanti altri temi sono stati trattati da Xavier Jacobelli in esclusiva a InterNews24. Il noto giornalista, editorialista del Corriere dello Sport e di Tuttosport e commentatore di Raisport, ha fatto la sua disamina sul momento della stagione che sta attraversando la squadra di Inzaghi.
Partiamo dal cammino in Champions League dell’Inter. Mercoledì una vittoria importante contro lo Sparta Praga pur senza una prestazione esaltante. Contro il Monaco basterà un solo punto per essere matematicamente tra le prime 8. È d’accordo con Inzaghi e con chi dice che questo percorso dei nerazzurri sia stato un po’ troppo sottovalutato a livello mediatico?«Io sono d’accordo invece sul fatto che debba essere lodato e sottolineato. Perché è un percorso che fa onore all’Inter, fa onore al calcio italiano peraltro grazie anche ai risultati di Milan, Atalanta e Bologna e della stessa Juve… Sommandoli a quelli in Europa League e Conference League l’Italia è seconda nel ranking Uefa e gode di ottime possibilità di avere anche 5 squadre nella prossima edizione della Champions. L’Inter che è quarta nella classifica della Champions League a mio avviso ha disputato finora una grande campagna europea, soprattutto perché non bisogna mai dimenticare come questa squadra sia impegnata in campionato, in Champions League, abbia giocato in Supercoppa d’Arabia e sarà impegnata alla fine della stagione nel Mondiale per Club, en passant c’è anche la Coppa Italia, il 25 febbraio ci sarà un Inter-Lazio che si annuncia particolarmente interessante. Penso che l’Inter meriti soltanto elogi».
La notizia positiva delle ultime settimane per Inzaghi è senza dubbio l’aver ritrovato il vero Lautaro Martinez. È come se all’argentino mancasse proprio la scintilla del gol ritrovato per far tornare ad urlare di gioia tutto San Siro come in tutti gli altri anni«Purtroppo molto spesso ci sono giudizi superficiali, ne ho letti veramente di alcuni ingenerosi e improvvidi quando Lautaro Martinez non segnava come aveva abituato l’Inter e il calcio italiano a fare. Stiamo parlando del capocannoniere dell’ultimo campionato, del capocannoniere della Copa America che praticamente non ha fatto vacanze. Siccome non è un robot, è evidente che potesse accusare un periodo in cui non fosse prolifico come lo era stato e come è tornato adesso ad esserlo. Però ha segnato 5 gol nelle ultime 7 partite, ha affiancato Adriano nella classifica dei cannonieri della Champions League. Questo giocatore incarna l’anima dell’Inter, francamente credo che quando si valuta il rendimento di un calciatore bisogna tener presenti tutti i fattori che lo determinano. Se un campione del calibro di Lautaro Martinez, con tutti gli impegni che ha onorato con l’Inter e con l’Argentina, non ha praticamente potuto fare vacanze, è normale che avesse accusato una pausa di rendimento. Ma come abbiamo visto è tornato prepotentemente alla ribalta, come è giusto che sia».
Passando alle note più stonate. A Taremi adesso il gol comincia a mancare parecchio (eccetto quello realizzato in Supercoppa nella finale poi persa col Milan) e i mugugni di San Siro cominciano a farsi più insistenti.«Secondo me non bisognerebbe mugugnare ma sostenere questo giocatore. Quando un giocatore straniero vive la sua prima stagione nel nostro calcio non si può pensare che in tutti i casi, io ne ricordo anche di campioni illustri che hanno accusato difficoltà di ambientamento perché è una questione di cambiamento radicale della propria vita, di allenarsi, di giocare. Prima di emettere un giudizio definitivo su Taremi, che comunque non è mai mancato sotto l’aspetto dell’impegno, della dedizione e della voglia di fare bene, io aspetterei la fine della stagione».
A proposito del feeling tra calciatori e San Siro, anche Asllani è stato oggetto di critiche in queste partite in cui i nerazzurri hanno dovuto fare a meno di Calhanoglu. L’albanese può ancora dimostrare di essere a livello dell’Inter o già, nella mente dei dirigenti, è stato bocciato in vista della prossima stagione?«No, non credo che lo vogliano bocciare. Stiamo parlando di un giocatore di 22 anni che ne compirà 23 il 9 Marzo, è un nazionale albanese dove peraltro ha già inanellato 29 presenze nonostante la sua giovane età. Nell’Inter è consapevole di non essere un titolare fisso ma che davanti ha mostri sacri del calibro di Calhanoglu e Mkhitaryan. Come tutti i giovani si parla spesso che nel nostro calcio i nostri giovani non abbiano spazio per crescere, ma quando tutti i giovani possono alternare ottime partite ad altre di rendimento inferiore bisogna avere la pazienza di aspettarli e Simone Inzaghi questa pazienza ce l’ha. Poi a fine stagione, sulla base di ciò che Asllani avrà dato all’Inter e ciò che l’Inter avrà dato ad Asllani, si tireranno le somme. Non amo giudizi frettolosi, sappiamo bene e la storia della Serie A ne è piena, come ci siano stati calciatori che bocciati frettolosamente si siano rifatti un’immagine andando all’estero. Penso che Asllani sia un giovane di grande talento che peraltro sta dimostrando anche una notevole maturità quanto a sopportazione di critiche improvvide e ingenerose».
Frattesi è poi il nome più chiacchierato per quanto riguarda il calciomercato. Cosa ne pensa riguardo al malumore del ragazzo per il poco spazio trovato in campo e qual è, secondo lei, la cosa migliore sia per l’Inter che per il giocatore?«Non conoscendo Frattesi, soltanto chi è all’interno dell’Inter può valutare i lati umorali. A me piace molto Frattesi, è un grande centrocampista. Uno dei migliori dell’ultima generazione, ha soltanto 25 anni e in Nazionale è diventato un punto di riferimento fisso di Spalletti. È un giocatore che secondo me all’Inter serve eccome, soprattutto perché quando una squadra è chiamata a giocare ogni tre giorni è evidente che ci debba essere una ottimizzazione delle energie e delle risorse. Secondo me Inzaghi è il primo a saperlo e Frattesi è il secondo. Credo che l’auspicio migliore che si possa formulare è che Frattesi rimanga all’Inter, poi a fine stagione si tireranno le somme. Ma è un giocatore troppo importante per l’Inter, anche se non è titolare fisso».
Entrando dunque in tema calciomercato, tra i nomi fatti per sostituire Frattesi ci sono Cristante, eventualmente in prestito dalla Roma e Ricci del Torino. Due profili diversi con strategie altrettanto differenti: i nerazzurri possono permettersi di aspettare l’estate prossima per sostituire Frattesi?«Mi meraviglierei molto se il Torino cedesse Ricci perché francamente, dopo aver dichiarato incedibili Bellanova e Buongiorno e averli ceduti non penso che i tifosi del Toro potrebbero sopportare un’ulteriore cessione di un giocatore molto importante nell’economica del gioco di Vanoli. Per quanto concerne Cristante bisogna capire quale sia la contropartita economica di un eventuale trasferimento di Frattesi alla Roma. Non mi pare che se il cartellino viene valutato 45 milioni l’Inter possa accettare eventualmente una valutazione inferiore. Il mercato chiude il 3 febbraio, non vedo all’orizzonte una trattativa. Vero che sul mercato mai dire mai e tutto ciò che ad oggi sembra irrealizzabile lo diventa domani mattina. Stiamo parlando di un giocatore molto importante, di un Nazionale che gioca nell’Inter e che qualora partisse dovrebbe essere sostituito in tempi rapidi, e i tempi qui sono molto stretti».
Per chiudere il capitolo mercato, sembra che l’unica operazione in vista per gennaio possa riguardare l’uscita di Buchanan in prestito. Fosse nei nerazzurri, andrebbe ad occupare quella casella con un pari ruolo (ad esempio Zalewski) o virerebbe su un rinforzo nei 3 di difesa considerando l’infortunio di Acerbi?«Dipende dalle opportunità che offre il mercato invernale, che per sua stessa definizione è quello di riparazione al quale attingono le squadre in difficoltà e quelle che si battono per rimanere in Serie A, non è il caso ovviamente dell’Inter. Se dovesse presentarsi un’opportunità allettante a centrocampo o in difesa credo che l’Inter certamente la coglierebbe, ma l’organico della squadra campione d’Italia è, sulla carta e in campo, il più forte. C’è un altro dato: l’Inter è arrivata a 83 milioni di euro di introiti dal suo cammino in Champions League fino a questo momento, senza contare la partita col Monaco. Quando si parla di Inter non bisogna dimenticare un altro aspetto, cioè lo straordinario rapporto con la tifoseria nerazzurra e un San Siro che è sempre riempito: tant’è vero che nel rapporto tra capienza dell’impianto e numero di spettatori, l’Inter è in testa in questa classifica. È evidente quanto i tifosi dell’Inter apprezzano quanto sta facendo la squadra in campionato e in campo internazionale».
La lotta scudetto in Serie A comincia a delinearsi rispetto ai primi mesi, con il duopolio di Napoli e Inter e con l’Atalanta subito pronta ad inseguire dopo il KO proprio contro la squadra di Conte. I nerazzurri continuano ad essere i favoriti? Quanto peserà l’addio di Kvaratskhelia per i partenopei?«Questa è una bella domanda. Ho ascoltato Conte quando gli è stato chiesto cosa dovesse fare ancora il Napoli e lui ha fatto capire come la partenza di Kvaratskhelia debba essere sostituita con un’alternativa non dico altrettanto valida come il Kvaratskhelia dell’anno dello scudetto, però è chiaro che Conte si attenda una mossa sul mercato da parte della società. A mio avviso la favorita è comunque sempre l’Inter, perché la quadratura di squadra… Vero che il Napoli deve concentrarsi solo e soltanto sulla rincorsa al titolo, ma è altrettanto vero che l’Inter ha dimostrato, anche quando non era supportata dai gol di Lautaro, tanto è vero che detiene il miglior attacco del campionato e non è un caso. L’Atalanta che ha perso lo scontro diretto col Napoli ma siamo alla terza giornata del girone di ritorno e il fattore Europa in un modo o nell’altro inciderà. Un dato di fatto è incontrovertibile: il nostro campionato è ritornato al centro dell’attenzione anche internazionale perché c’è stata una evoluzione della qualità del gioco anche nelle squadre che non partono per vincere lo scudetto o per andare in Champions League».
La Juve battendo il Milan ha interrotto la striscia di pareggi, come giudica finora il cammino delle due squadre e anche il cambio nella panchina rossonera da Fonseca a Conceicao?«Intanto la Juve poi però è tornata a pareggiare in Champions, peraltro precludendosi la possibilità aritmetica di puntare ancora alla qualificazione diretta agli ottavi di finale. Il cammino della Juve è altalenante così come lo è quello del Milan, che è sopravanzato di 6 punti in classifica e la Juventus è ancora imbattuta in campionato. È evidente che se tu accusi dopo 21 giornate 13 punti di distacco dalla capolista, se sei la Juventus e sei partita certamente per centrare la zona Champions e credo che sia ancora in corsa… Però il rendimento è troppo altalenante. Quello che mi colpisce è il continuo cambiamento di assetto della squadra e di uomini. Su precisa domanda di che ruolo ricoprisse Kolo Muani, la risposta è stata “è un esterno”. Ma la Juve è imbottita di esterni, da Nico Gonzalez a Mbangula a Cambiaso. Però ha un solo centravanti che è Vlahovic, il quale viene criticato ma ha segnato 12 gol tra campionato e coppe, cioè un quarto di tutte le reti realizzate dalla Juventus, e non ha un’alternativa.
Per quanto riguarda il Milan, se la squadra rossonera che peraltro in Champions si è rimessa in carreggiata e gode di buone chance di qualificazione anche agli ottavi di finale in maniera diretta, deve però contare su un apporto continuativo di Leao e Theo Hernandez. Non so se prenderà Gimenez, che sarebbe un grande colpo. So che Walker è un grande acquisto, stiamo parlando di un calciatore che porta al Milan quel contributo di enorme esperienza internazionale forte di essere il capitano del Manchester City e il vicecapitano della nazionale inglese. Alle spalle ha una grinta e una determinazione da consentire di dare al Milan quel contributo sulla fascia di pertinenza che ai rossoneri è mancato finora. Ciò che conta è come sempre i risultati. Ogni allenatore sa che le proprie fortune o sfortune dipendono in primis dai risultati».
Infine sulla Nazionale. Manca ancora un po’ di tempo prima della partita contro la Germania. Si aspetta qualche nuova convocazione da parte di Spalletti? Ad esempio lo stesso CT ha menzionato più volte l’ottimo campionato e la crescita avuta da Sebastiano Esposito. Mentre anche il fratello minore Francesco Pio, da capocannoniere della Serie B si candida ad essere il centravanti futuro dell’Italia.«Qui si dimostra che non è vero che il nostro calcio sia povero di talenti. Non lo è per niente e lo dimostrano anche i risultati delle nazionali giovanili. È vero invece che bisogna avere in Serie A e in Serie B tecnici che abbiano il coraggio di valorizzare i giovani talenti che hanno a disposizione. Nel caso dei fratelli Esposito questo sta accadendo, quindi vedremo ma è ancora lontana la partita con la Germania ma credo che il commissario tecnico continuerà ad attingere al campionato stando molto attento alle indicazioni che ne scaturiranno».
Si ringrazia Xavier Jacobelli per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.
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