Calcio e Finanza
·30 de outubro de 2024
Calcio e Finanza
·30 de outubro de 2024
La resa dei conti sulla riforma dello statuto FIGC si avvicina. Tra oggi e venerdì infatti sono attesi i documenti ufficiali legati alle proposte di riforma: in particolare stasera è arrivato il documento della FIGC mentre entro il primo novembre dovranno arrivare le proposte delle componenti federali, per arrivare così all’assemblea convocata per il prossimo 4 novembre che dovrà votare definitivamente.
Tre sono i punti centrali della riforma dello statuto: l’autonomia per l’organizzazione dei campionati di tutte le Leghe e quella gestionale all’AIA, il diritto d’intesa per la Lega Serie A sulle materie di sua specifica competenza e una nuova riformulazione dei pesi elettorali e delle rappresentanze in Consiglio Federale. Temi su cui anche la stessa Lega Serie A si è spaccata negli ultimi mesi, dopo che inizialmente era emersa una posizione quasi unanime da parte dei club di voler chiedere una percentuale pari al 50% del peso in assemblea per il calcio professionistico.
L’attuale situazione in termini di pesi in assemblea è la seguente:
La composizione del Consiglio Federale, invece, è attualmente la seguente:
La proposta della FIGC sul tavolo vede la Serie A salire al 18% in assemblea e avere quattro consiglieri (ottenendo inoltre una maggiore autonomia su alcuni temi e un diritto di veto che per ora prevede che la lega principale possa dire di no a proposte che la riguardano), la Serie B salire al 5% con due consiglieri, la Serie C scendere al 12% con due consiglieri, gli arbitri perdere ogni peso politico mentre rimarrebbero immutati i pesi di allenatori, calciatori e Serie D. Una proposta su cui varie componenti, ultima la Lega Serie B, si è espressa favorevolmente, mentre non è piaciuta particolarmente alla Lega Pro.
La FIGC tira dritto, considerando che al momento sembra esserci una maggioranza favorevole al voto (Serie A e Lega Pro valgono oggi insieme il 29% e per le modifiche allo Statuto in assemblea basta la maggioranza dei presenti), ma la Lega Serie A non ci sta tanto che anche lunedì scorso dopo un’assemblea convocata in videoconferenza ha chiesto di rivedere alcuni temi, dalla rappresentatività all’autonomia. Ma è qui che i club si sono spaccati: c’è chi infatti si è già detto d’accordo con la proposta FIGC, altri invece che vorrebbero spuntare qualcosa in più, sia in termini di consiglieri e pesi (arrivare a 5, che significherebbe la maggioranza tra i professionisti, e il 20%) sia per le questioni legate all’autonomia.
Del primo gruppo fanno parte diverse big come Inter e Juventus ma anche altre società rilevanti come Atalanta e Monza; i rappresentanti principali del secondo gruppo, invece, sono la Lazio di Claudio Lotito e il Napoli di Aurelio De Laurentiis, insieme tra gli altri al Verona di Setti. Per ora, però, nonostante il primo gruppo si sia infoltito col tempo, non sono ancora chiari con certezza i numeri: d’altronde, non si è ancora votato sulla proposta definitiva da presentare alla FIGC. Posizioni però che erano intanto già emerse anche nei mesi scorsi, con le prime ipotesi legate al futuro del presidente federale. Ma la conta sui voti potrebbe esserci già nell’assemblea convocata in videoconferenza domani mattina, che sarà chiamata intanto a valutare quelli che saranno gli eventuali effeti (se ci saranno) delle discussioni intrattenute negli ultimi giorni con le varie componenti per quanto riguarda la proposta FIGC. Ma anche passasse la decisione di andare allo scontro con la FIGC, non è detto che poi all’assemblea tutti i club della massima serie voteranno contro il piano di Gravina, considerando che è prevista la possibilità del voto disgiunto (ognuno dei 20 club di Serie A avrà un proprio voto).
Sullo sfondo, ma nemmeno troppo, resta anche la politica. Il cosiddetto emendamento Mulé ha dato il via alla riforma e lo stesso deputato di Forza Italia si è detto contrario alla proposta della FIGC: «Dopo aver letto le proposte della FIGC di revisione dello statuto federale vedo smarrita l’architrave della norma approvata dal Parlamento nel luglio scorso che disse parole chiare rispetto alla rappresentanza delle leghe sportive professionistiche. È una beffa e una violazione evidente di una norma di legge che non può essere tollerata. Le leggi si applicano, disattenderle non è consentito». E resta il rischio, così, che anche il voto dell’assemblea FIGC non faccia terminare lo scontro.