Calcio e Finanza
·07 de abril de 2025
L’economia del calcio europeo: Un mondo sbilanciato tra i diritti televisivi

Calcio e Finanza
·07 de abril de 2025
Se ci si ferma a riflettere sui ricavi che i club di calcio europei ottengono dai diritti televisivi, è facile rendersi conto che c’è un enorme divario. E questo sbilanciamento ha un impatto diretto sulle risorse a disposizione dei club, influenzando la loro capacità di competere ai massimi livelli. La Premier League, per esempio, incassa circa il triplo di quanto guadagna la Serie A dai diritti televisivi. Questa differenza non è solo numerica: si ripercuote sulla competitività, sul livello di investimento e sulle possibilità di crescita di ciascun club.
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Per comprendere quanto pesino questi diritti televisivi, basta guardare al caso di uno dei club più iconici d’Europa: il Liverpool. La squadra inglese ha fatto incetta di ricavi, con numeri che fanno davvero impressione. Dai diritti televisivi, il Liverpool incassa oltre 240 milioni di euro, una cifra che ha contribuito enormemente al successo e alla solidità finanziaria della squadra. A questo si aggiungono i guadagni derivanti da altre fonti, come il botteghino e il merchandising, che portano i guadagni totali a livelli veramente stratosferici.
La situazione del Liverpool non è unica: molti altri club di Premier League si trovano in una posizione molto simile, e anche se il Liverpool è una delle punte di diamante, la squadra non è certo l’unica ad avvantaggiarsi dei diritti televisivi. Il calcio inglese beneficia di un sistema che garantisce guadagni elevati a tutti i club, anche a quelli che non sono ai vertici.
Facendo un confronto tra i principali campionati europei, la differenza tra la Serie A e le leghe come la Premier League è evidente. La Serie A raccoglie circa un miliardo di euro all’anno dai diritti televisivi, una cifra che, pur non essendo da sottovalutare, è lontana da quella che i club inglesi riescono a ottenere. Infatti, la Premier League si avvicina ai tre miliardi di euro. Non c’è praticamente paragone tra le due leghe. E se si considera anche il merchandising, che per i club inglesi rappresenta una fonte importante di guadagno, la distanza tra i due campionati diventa ancora più marcata.
C’è poi un altro aspetto che penalizza la Serie A: la percezione che il campionato italiano sia meno competitivo rispetto ad altre leghe europee. La Premier League è infatti considerata la competizione più interessante e seguita a livello mondiale, mentre il calcio italiano fatica a mantenere un alto livello di attenzione internazionale. Questo gap potrebbe dipendere da diversi fattori, tra cui il ritmo del gioco, le infrastrutture non sempre all’altezza e la minore visibilità delle squadre di medio livello, che non riescono a emergere come accade invece nei campionati inglesi.
Una delle principali cause di questo sbilanciamento economico è il modo in cui vengono distribuiti i diritti televisivi. In Premier League, come nella Serie A, una parte dei ricavi viene redistribuita in modo equo tra tutte le squadre, mentre un’altra parte dipende dai risultati sportivi di ciascun club. Ma la grande differenza sta nella ripartizione dei diritti internazionali. La Premier League è molto più generosa in questo senso e tutti i club, anche quelli di medio o basso livello, riescono a ottenere visibilità globale.
Per esempio, anche squadre come il West Ham o l’Aston Villa, che si trovano a metà classifica, guadagnano molto di più dai diritti televisivi rispetto a club italiani come l’Inter o la Juventus, che in Champions League riescono a raggiungere fasi avanzate, ma non incassano neanche lontanamente quanto i loro omologhi inglesi. La differenza non riguarda solo i top club, ma si amplifica man mano che si scende nella classifica, a dimostrazione di come il sistema economico inglese premi tutti i club, non solo i più forti.
Purtroppo, non c’è molto da sperare in un miglioramento della situazione a breve termine. I contratti per i diritti televisivi dei campionati europei sono già stati rinnovati fino al 2027, il che significa che per almeno i prossimi tre anni i ricavi della Serie A resteranno sui livelli attuali. Negli ultimi anni, infatti, i contratti televisivi in Italia non hanno visto aumenti significativi, a differenza di quanto accaduto in altri campionati come quello tedesco, francese, spagnolo e inglese.
Inoltre, la Premier League sta cercando di espandere ulteriormente i propri guadagni, mirando a un’ulteriore valorizzazione dei diritti televisivi sui mercati internazionali, con un focus particolare su Asia e Medio Oriente, a partire dal ciclo 2025-2026. Ciò significa che i guadagni della Premier League continueranno a crescere, consolidando la sua posizione di campionato più seguito e amato nel mondo.
Se si guarda ai fatturati, è evidente che i club italiani non riescono a competere con quelli di altre nazioni. Il Milan, per esempio, è sicuramente uno dei club più prestigiosi in Italia e si posiziona regolarmente tra le prime della Serie A, ma a livello di ricavi è decisamente indietro rispetto a club come il Real Madrid, il Manchester City, il PSG o il Bayern Monaco. La causa principale di questa differenza risiede nella scarsa penetrazione dei club italiani nel mercato globale. I club di Serie A sembrano rimanere un po’ ancorati al passato, senza riuscire a proiettarsi nel futuro con l’intensità che invece caratterizza le squadre di altri paesi.
Inoltre, le infrastrutture in Italia non sono sempre moderne come quelle di altre leghe europee, e anche il merchandising non è sviluppato come nei grandi club d’Europa. Questi fattori rendono difficile fidelizzare i tifosi, che spesso non si sentono coinvolti in modo sufficiente dal proprio club.