Milan, Conceição: “Non possiamo avere la pancia piena per una Supercoppa. Loftus non ci sarà”. E su Rashford… | OneFootball

Milan, Conceição: “Non possiamo avere la pancia piena per una Supercoppa. Loftus non ci sarà”. E su Rashford… | OneFootball

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DirettaFanta

·10 de janeiro de 2025

Milan, Conceição: “Non possiamo avere la pancia piena per una Supercoppa. Loftus non ci sarà”. E su Rashford…

Imagem do artigo:Milan, Conceição: “Non possiamo avere la pancia piena per una Supercoppa. Loftus non ci sarà”. E su Rashford…

Sérgio Conceição ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Milan-Cagliari.

Tornato in Italia dopo la conquista della Supercoppa, è tempo di campionato per il Milan. È tempo anche di debutto, da allenatore, in Serie A per Sérgio Conceição. Il suo esordio sarà a San Siro, sabato alle 20:45, contro un Cagliari pronto a tutto pur di riuscire a strappare dei punti importanti in chiave salvezza.


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Milan, le parole dì Conceição

Quanto è importante tenere i piedi per terra in questo momento?

“Sicuramente. Penso che non può lavorare al Milan chi per una Supercoppa è pieno. Abbiamo goduto tanto e abbiamo meritato, siamo a 17 punti dal vertice della classifica. Un club che ha vinto 19 Serie A e 7 Champions non può avere la pancia piena per una Supercoppa. Dobbiamo cominciare a vincere e convincere già da domani per arrivare più in alto possibile. La Supercoppa è passata“.

Che emozione sarà domani a San Siro?

“Chiedo scusa, ma le emozioni non ci sono. C’è l’adrenalina normale di una partita con un club storico. Ma durante la preparazione ho troppe cose in testa, non penso a cosa vivrò. Sicuramente prima del fischio dell’arbitro qualcosa sentirò, non sono una pietra. Ma il mio pensiero principale è preparare al massimo i ragazzi”.

La fascia da capitano:

“Tutti i giocatori devono prendere le proprie responsabilità, il massimo leader sono io. Ognuno ha le proprie responsabilità, non mi vedrete creare polemiche sul capitano o non capitano”.

Cosa ha fatto di diverso per avere questa reazione da Theo e Leao?

“Già cambiare staff è qualcosa di diverso, sono stato calciatore per 25 anni e so come sono le cose. Loro devono credere nel tuo messaggio. Una bella cosa che ho trovato qua è questa accettazione di tutto quello su cui abbiamo lavorato. Abbiamo fatto cambiamenti a livello organizzativo, questo mi lascia contento. Ho trovato uno spogliatoio molto positivo”.

Sul mercato:

“Devo dire una cosa, la verità: la dirigenza ha provato a parlarmi di questo tema ma il momento era sbagliato perché avevamo partite importanti. Adesso non è il timing giusto, so che è importante e dobbiamo parlarne. Ma in questo momento la cosa più importante per me è la partita col Cagliari, il giorno dopo forse avremo tempo di parlare anche di questa cosa, che sicuramente è importante”.

Recupererà chi con Fonseca giocava meno, tipo Loftus?

“Loftus-Cheek fisicamente non è al top. Per me partono tutti sullo stesso livello. GIorno dopo giorno vedrò in allenamento, dipende anche dalla strategia che ho per ogni partita, chi può partire dall’inizio e chi invece può dare una mano dalla panchina. Nessuno è un titolare assoluto, tutti devono lottare per un posto in squadra”.

Com’è la situazione infortunati?

“Piccolo problemino c’è con Ruben, non ci sarà domani per la partita. Ha avuto una ricaduta ieri, mi dispiace perché stava crescendo dal punto di vista fisico”.

Qual è l’assetto tattico migliore per la squadra secondo lei?

“L’importante è trovare un buon equilibrio per la squadra. Oggi un centrocampo a 3 può sembrare un po’ più sicuro alla squadra. Quando ci sarà una conoscenza un po’ più grande di quello che vogliamo si può giocare anche col 4-4-2: si lavora. C’è bisogno di tempo, è normale. Ma durante la partita io cambio, ci voleva qualcosa di diverso e mi pagano per questo, per aiutare la squadra con quello che vedo. Situazioni diverse si lavorano in allenamento. Il giocatore oggi come oggi è intelligente, devono sapere che lavoro fare per poi fare al meglio. Rafa? Deve correre. Esterno, attaccante, deve mettere al servizio della squadra la sua qualità anche senza palla. Parliamo di un processo collettivo, non individuale”.

Dopo Madrid il Milan era andato a Cagliari e aveva pareggiato…

“Il giorno dopo (la finale di Supercoppa, ndr) ho parlato di questo, ho visto Real-Milan e Cagliari-Milan, ne ho parlato con i giocatori. Non va bene. La cosa più difficile non è arrivare lassù, ma restarci. Si può capire non giocare così bene, ma comunque devi avere una base importante. Se c’è questa base la partita alla fine la vinci perché hai una squadra di qualità”.

I nuovi ritmi di Conceiçao:

“Ogni allenatore ha le sue idee e metodi di lavoro. Dopo quello che è corretto o no lo dicono i risultati. Non è che io ho la formula esatta. Ho perso partite e titoli al Porto, ma ho anche vinto. Fino ad oggi mi sono trovato bene con il mio modo di fare. Ma dopo se i risultati non vengono quello che paga è l’allenatore, ha le valigie sempre pronte. Proverò a far sì che non succeda. I giocatori sono troppo coccolati, ma anche io sono coccolato. A me basta il lavoro. Loro si lasciano andare, prima era diverso. Nel 96 ho affrontato il Milan col Porto, abbiamo vinto 3-2. Ora è diverso, bisogna concentrare i giocatori, non è un hobby. È un lavoro, non un hobby”.

Come ha avuto il consenso dello spogliatoio in così poco tempo?

“C’era l’orgoglio dei giocatori, ho parlato di questo. È un bel gruppo di giocatori, accettano quello che diciamo anche se le regole sono diverse da quelle di prima. Questa umiltà per accettare queste regole che vanno anche contro le loro abitudini è fondamentale per me. Hanno dato una risposta fantastica, vincendo in rimonta contro Juve e Inter. Ma è il passato, ora dobbiamo migliorare. Devono migliorare tanto, tanto. Ci sono momenti della partita che non mi piacciono, quello che abbiamo fatto l’hanno già fatto altri, anche con titoli molto più pesanti. Stiamo provando di fare qualcosa ed arrivare a fine stagione non contentissimi ma comunque nei primi quattro: su questo stiamo lavorando”.

Rashford migliora il milan?

“Ci provate in tutti i modi (ride, ndr). In Portogallo è anche peggio. Qua si parla di calcio, poi ogni tanto qualcuno ci prova… Rashford è un bel giocatore come tanti altri, vediamo quello che succede”.

Trova qualche somgilianza tra il Milan e altre squadre che ha allenato?

“Trovo un grandissimo club e un paese appassionato di calcio, una tifoseria che vive il club in maniera incredibile. A Porto non si vinceva da quattro anni e non era normale. In questo senso sì, c’è somiglianza. Poi le squadre sono diverse, il calcio è diverso. Due grandi club. A Nantes invece era un po’ diverso dal Porto e dal Milan”.

Come ha gestito la vittoria? Contro l’Inter ci sono stati gli stessi difetti difensivi del Milan di Fonseca e dell’ultimo Milan di Pioli…

“Senza dubbio. Una delle cose che non sono andate è che abbiamo commesso errori anche sul pressing, con il timing e la zona scelta. Ci sono cose che dobbiamo migliorare senza dubbio. Il modo di vivere un successo secondo me è pensare subito che ne abbiamo un altro davanti a noi, molto più importante di quello che abbiamo passato. Ho goduto, ho anche ballato, ma nell’aereo già pensavo a come far stare calmi i ragazzi e che la partita più importante è il Cagliari domani”.

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