Moratti: «80 anni per provare l’emozione dell’altra sera! Ci ho creduto sempre, l’Inter ha avuto qualcosa in più…» | OneFootball

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·08 de maio de 2025

Moratti: «80 anni per provare l’emozione dell’altra sera! Ci ho creduto sempre, l’Inter ha avuto qualcosa in più…»

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Moratti: «80 anni per provare l’emozione dell’altra sera! Ci ho creduto sempre, l’Inter ha avuto qualcosa in più…» Le parole dell’ex presidente dell’Inter

Massimo Moratti ha parlato al Quotidiano Sportivo della storica vittoria dell’Inter contro il Barcellona che ha permesso ai nerazzurri di staccare il biglietto per la finale di Champions League. Di seguito le sue parole.

L’INTER E LE EMOZIONI DI UNA VITA – «Avevo vent’anni la notte di Inter-Liverpool 3-0, nel 1965. Ne avevo sessantacinque ed ero il presidente quando eliminammo il Barça di Messi nel 2010. Ma dovevo arrivare a ottanta per provare l’emozione incredibile dell’altra sera…»


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IL REGALO DI COMPLEANNO – «La Beneamata mi ha fatto il regalo di compleanno in anticipo, festeggio il 16 ma idealmente ho già soffiato sulle candeline con Marotta e Zanettianche se ho rischiato l’infarto, immagino come tutti gli innamorati dell’Inter. È stata una sofferenza indicibile, ma è stato anche un atto di giustizia».

IL SEGRETO DELL’IMPRESA – «Sommando andata e ritorno, l’Inter ha avuto una cosa in più: è rimasta lucida anche quando tutto sembrava finito. Ci ha creduto sempre, anche sotto 3-2 a San Siro, in quel finale folle».

UNA COSA MAI VISTA – «Faccio prima a dirle che abbiamo visto e vissuto una cosa senza precedenti. Una doppia semifinale di Champions che finisce complessivamente 7-6, senza andare ai rigori! È qualcosa di clamoroso, di enorme».

L’IMMORTALITÀ DEL CALCIO – «Guardiola ha perfettamente ragione: partite così rendono il calcio immortale, a prescindere dalla gioia di chi vince e dalla sofferenza di chi perde. Inter e Barcellona hanno mostrato il lato sublime del football, che mischia le generazioni abbattendo le barriere. Prenda quei due…».

ACERBI E YAMAL – «Acerbi e Yamal! Il primo potrebbe essere il padre del secondo, mi pare ci siano vent’anni di differenza tra loro. Eppure si sfidano sullo stesso campo, inseguendo lo stesso sogno. Io questo lo trovo meraviglioso. E già che ci sono aggiungo che di questa Inter proprio Acerbi è il simbolo. Come si dice oggi? È lui il testimonial perfetto».

YAMAL, IL CALCIO DEI BAMBINI – «Quando ero presidente, per Lamine avrei fatto di tutto e di più. Questo ragazzino, banalmente, è il calcio come lo immaginiamo da bambini, è la fantasia al potere. Riesce a fare ogni cosa con una facilità straordinaria. Se gli regge la salute farà una carriera epica».

IL PARAGONE CON I GRANDI – «Lo paragonano a Pelé, a Maradona, a Messi. E fanno bene, anche se in campo parte da una posizione diversa. Ma in assoluto Lamine è quel giocatore che anche i tifosi avversari amano, perché, mi ripeto, lo guardi e ti emozioni».

INZAGHI TRA I GRANDI – «Inzaghi come Herrera? Posso fare una battuta? Inzaghi è un fenomeno e poi ne parliamo, però il Mago HH due finali le ha vinte, Simone non ancora».

UNA CRESCITA IMPRESSIONANTE – «Io Simone non lo credevo così bravo. Inzaghi è un tecnico che non smette mai di studiare, di imparare. È cresciuto tantissimo. Sa cosa apprezzo di più del mister? Prepara le partite meglio di tutti. Ha capito in fretta che c’è una enorme differenza fra Champions e campionato, ma lui riesce a tenere sempre il gruppo sulla corda».

ESSERE GRATI – «Un tifoso vuol vincere, lo capisco. Ma se vedi la tua squadra ancora in lotta per lo scudetto e in finale a Monaco dopo aver eliminato Bayern e Barcellona, come fai a non essere comunque grato a chi la allena e a chi la dirige?».

IL RICORDO DEL PASSATO – «Le emozioni sono come i figli, non fai preferenze. Nel 1965 avevo due anni più di Yamal, ricordo il terzo gol di Facchetti, un’azione perfetta in contropiede. Era un altro calcio ma l’Inter di mio padre incarnava lo spirito dell’epoca, era l’Italia del miracolo economico. Nel 2010 ho coronato i miei sogni di patron. Adesso consumo le cose da semplice appassionato, penso alla finale, mi chiedo come stanno di salute gli idoli del 2025, Sommer e Lautaro, Dumfries e Barella, Bastoni e Thuram, eccetera…».

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