Pagine Romaniste
·11 de janeiro de 2025
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Corriere dello Sport (L. Scalia) – Le ultime sette partite sono un campionato rappresentativo della stagione della Roma. Un numero piccolo, ma sufficiente per dire che il registro è cambiato da così a così da quando Claudio Ranieri è volato a Londra per stringere la mano ai Friedkin e aggiustare le cose a Trigoria.
Di questi 630 minuti esce una squadra che fa funzionare l’attacco e la difesa: tra campionato e coppe, infatti, si registrano 19 gol realizzati e appena 5 subiti. La mossa di rispolverare Hummels ha pagato, così come quelle di dirottare lateralmente Ndicka e di confermare Mancini nel suo ruolo naturale. Già la retroguardia è finalmente tornata a blindare la porta di Svilar, l’ultimo ostacolo, tra l’altro neanche così facile da superare.
Passano gli allenatori, cambiano le stagioni, si alzano trofei e si attraversano crisi ma lui è sempre lì. Mancini continua ad essere uno degli inamovibili della vecchia guardia. Ormai è un romano d’adozione. Il primo a suonare la carica, l’ultimo a mollare. Anche nella gestione di Ranieri, il difensore è un titolarissimo. Anzi, un pilastro.
Dentro campo e pure nello spogliatoio. Quando non gioca Pellegrini, la fascia passa sul braccio di Gianluca. Anche perché ha già superato le 50 partite da capitano. Velocemente si sta avvicinando a Bruno Conti (58) nella speciale classifica dei capitani.