Calcio e Finanza
·02 de fevereiro de 2025
Calcio e Finanza
·02 de fevereiro de 2025
Le società quotate nei vari mercati azionari europei stanno iniziando a vedere una lenta risalita dopo un periodo difficile. Tutto il contrario, invece, in Italia che registra un netto calo degli utili rispetto ai risultati record del 2023.
A pesare sui risultati dell’anno scorso, come riporta l’edizione odierna de Il Sole 24 Ore, è la performance di Stellantis. La holding dell’automotive di Exor ha visto i suoi profitti quasi azzerarsi nella seconda metà del 2024, portando il totale annuo a circa 8 miliardi di euro, contro i più di 20 miliardi registrati nel 2023. Questo calo non è isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio in cui il settore automobilistico europeo potrebbe registrare una flessione dei profitti del 37,1% nel 2025.
L’impatto di Stellantis è particolarmente rilevante per Piazza Affari e ha portato a l’Italia a rappresentare un’eccezione rispetto al resto d’Europa. Dopo un periodo in cui le aziende quotate italiane hanno superato la media continentale, ora si trovano a inseguire. Per il quarto trimestre del 2024, i dati indicano un calo annuo degli utili del 20,1% per le società italiane.
Secondo i calcoli effettuati, i profitti delle principali aziende quotate italiane (circa 120, rappresentanti oltre il 90% della capitalizzazione di mercato) si fermano a 76,2 miliardi di euro, segnando un calo del 16,7% rispetto ai 90,8 miliardi del 2023. Senza il peso negativo di Stellantis, il calo sarebbe stato molto più contenuto (-3,3%).
Guardando al testo d’Europa, secondo gli analisti, l’ultimo trimestre dell’anno dovrebbe essersi chiuso con un incremento dei profitti dell’1,5% per le aziende che fanno parte dell’indice Stoxx600, rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo risultato porta il totale degli utili in Europa oltre i 740 miliardi di euro per il 2024, segnando un aumento dell’1,9% rispetto all’anno precedente.
Tuttavia, la crescita non è uniforme e varia in base ai settori di appartenenza. L’alto livello dei tassi di interesse ha favorito il settore finanziario, che ha registrato un incremento degli utili dell’11,7% su base annua. Buone performance si sono viste anche nei comparti tecnologico (+6,8%), sanitario (+7,2%) e immobiliare (+7,9%). Al contrario, il calo dei prezzi delle materie prime ha inciso negativamente sui profitti delle aziende energetiche (-10,7%) e di quelle operanti nei materiali di base (-3,9%). Inoltre, la debolezza dell’economia continentale ha avuto un impatto significativo sulle aziende legate ai consumi ciclici, che hanno subito la contrazione più marcata (-18,5%).
Guardando al futuro, le previsioni indicano un aumento degli utili del 7,8% per il 2025 e un ulteriore incremento dell’11,9% nel 2026. Tuttavia, non mancano segnali di prudenza. «Ci aspettiamo un rallentamento della crescita economica globale a metà anno» avverte BofA Securities, le cui stime macroeconomiche suggeriscono una riduzione del 4% dell’utile per azione nel 2025, seguita da una ripresa più contenuta (+3%) nel 2026.
Per quanto riguarda, infine, le società italiane sarebbero date già in ripresa per questo nuovo anno. Un elemento chiave, prevedono gli analisti, sarà la ripresa dei settori ciclici, che potrebbero beneficiare di un confronto più favorevole con la seconda metà del 2024, un periodo segnato da pesanti perdite nel comparto automotive. Nel complesso, per le imprese italiane si prospetta una crescita più bilanciata. Secondo Intermonte, gli utili nel 2025 dovrebbero aumentare del 2,5%, riportandosi a 78 miliardi di euro, un livello leggermente superiore a quello del 2022 e, soprattutto, più sostenibile nel tempo.
(Image credit: Depositphotos)
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