Calcio e Finanza
·03 de outubro de 2024
Calcio e Finanza
·03 de outubro de 2024
«In relazione alle notizie inesatte apparse in merito al processo verbale della Guardia di Finanza, la Società ritiene si tratti di rilievi infondati, con riguardo ai quali intende far emergere la correttezza del proprio operato presso le competenti sedi, fermo restando che, anche ove i rilievi fossero accolti, il carico impositivo massimo non supererebbe comunque i 2 milioni di euro circa».
Con questa breve nota, la Roma ha risposto in merito alla maxi multa che la società giallorossa potrebbe ricevere per l’evasione dell’Ires sui bilanci dal 2016 al 2019 comparsa nella giornata di ieri su alcuni organi di stampa. Il club si sarebbe opposto alle contestazioni della Guardia di Finanza, da qui l’apertura di un confronto con l’Agenzia delle Entrate, con un potenziale impatto economico per la Roma che – secondo indiscrezioni – sarebbe valso tra i 17 e i 34 milioni di euro.
Una somma che ora viene smentita dal club giallorosso, che parla di massimo 2 milioni di euro. Quando la Guardia di Finanza ha presentato il verbale alla Roma, il club ha scelto di non accettare la contestazione. Se lo avesse fatto, avrebbe potuto ottenere uno sconto fino a un sesto delle sanzioni.
La decisione della società, però, fa pensare che credano di poter dimostrare la regolarità delle operazioni contestate (lo scambio Luca Pellegrini-Spinazzola con la Juventus e la svalutazione di otto giocatori, tra cui Diawara, Pedro, Pastore e Dzeko). Ora la questione passa all’Agenzia delle Entrate, che dovrà effettuare ulteriori verifiche in tempi rapidi, considerando che il primo anno oggetto di contestazione potrebbe andare in prescrizione il 31 dicembre.
A questo punto, la Roma ha davanti due opzioni: se l’Agenzia delle Entrate confermerà la posizione della Finanza, il club potrebbe optare per una conciliazione, ottenendo uno sconto fino a un terzo delle sanzioni, oppure decidere di portare la vicenda davanti alla Corte di giustizia tributaria.