Torino, Vlasic si racconta: «L’infortunio il momento più difficile. Italia? Quanta passione, al fantacalcio giocano persino…» | OneFootball

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Calcionews24

·28 de março de 2025

Torino, Vlasic si racconta: «L’infortunio il momento più difficile. Italia? Quanta passione, al fantacalcio giocano persino…»

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Nikola Vlasic si racconta, dall’infortunio al rientro in campo, la mentalità, un particolare match in nazionale ed un retroscena sul fantacalcio, le parole del centrocampista del Torino

«Per me questo è un orgoglio. Quando vedo gente che ama il calcio così e fa di tutto, anche con le disabilità, per giocare e indossare la maglia del Toro…è un orgoglio». Parola di Nikola Vlasic, centrocampista del Torino di Paolo Vanoli, che – sul canale YouTube di Betsson Sport – è stato protagonista di un incontro entusiasmante quanto significativo con alcuni esponenti del Torino FD.

Parliamo della prima squadra di calcio per ragazzi con disabilità ad essere riconosciuta da un club professionistico, quello piemontese naturalmente. Per l’occasione, oltre a scherzare e confrontarsi con il direttore sportivo e il presidente della compagine che dal lontano 2009 riunisce i ragazzi diversamente abili di fede granata, il numero 10 ha ripercorso alcuni momenti salienti della sua carriera sportiva. Dal duplice infortunio accusato nell’arco dell’estate, alla mentalità che ogni giorno (sul campo e non) lo spinge a dare di più. Ma anche la famiglia composta da atleti, una partita della sua nazionale (la Croazia) e la passione dei supportes. Sentiamo quindi le parole dell’ex West Ham con tanto di simpatico aneddoto sul fantacalcio.


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Le dichiarazioni rilasciate dal centrocampista del Torino Nikola Vlasic:

Qual è stato il momento più difficile della tua carriera e come l’hai superato?

«In quest’ultimo periodo…ho avuto due infortuni gravi, consecutivi. Il primo a maggio, il secondo a luglio. Per me è stato un grande problema, perché prima di allora non avevo mai avuto due infortuni così gravi. Ogni giorno ho lavorato per tornare: tre, quattro, cinque…sei ore al giorno per tornare il più presto possibile. Ma questo mi ha donato più forza a livello mentale, dopo questo infortunio sono più forte ‘di testa’. Questo sì, è stato il momento più difficile».

La tua famiglia è ‘ricca’ di sportivi, giusto?

«La mia famiglia è molto sportiva, tutti hanno praticato qualche sport. Anche io ho fatto tanti sport da giovane, ma il calcio è sempre stato il numero uno per me (sorride, ndr). Volevo diventare solo calciatore!».

Hai militato in diversi campionati, hai notato delle differenze qui in Italia rispetto agli altri a livello di passione?

«Per me i campionati sono diversi, ma in Italia sento più passione. Tutti sanno tutto del calcio e giocano al…fantacalcio (ride, ndr). Persino i nostri fisioterapisti! In Italia penso che più di altre parti i tifosi siano appassionati».

Con la Nazionale croata ha vissuto tanti momenti ‘sportivi’, ce n’è uno che più di altri rappresenta la sintesi di questa tua passione per il calcio?

«Sì, contro il Brasile al Mondiale. Abbiamo pareggiato 1-1 all’ultimo minuto, poi siamo andati ai rigori e abbiamo vinto. Ero emozionato…incredibile. Tanta emozione? Sì, sì tanta…incredibile. Per loro il calcio è tutto, specialmente la Nazionale».

Cosa spinge Nikola Vlasic a non mollare mai quando le cose non vanno bene in campo?

«In campo penso solo ad andare forte e nient’altro. Penso solo ad andare oltre. Questo è il mio lavoro. Non penso se ho sbagliato qualcosa, tipo qualche passaggio, penso solo ad andare oltre!».

Se dovessi descrivere la tua passione per il calcio con una parola sola, quale scegliersti e perchè?

«Perseveranza: per me l’unica parola nel calcio è il lavoro. Ci sono tanti giocatori, alcuni li conosco pure, che hanno talento ma non questo ‘lavoro’ per spingere tanto ogni giorno e andare oltre. Nel calcio di oggi devi lavorare tanto, ogni giorno».

Ma Vlasic ha delle abitudini-rituali prima di ogni partita?

«No, no, sono tranquillo. Faccio per ogni partita un allenamento diverso, non ho delle abitudini specifiche. Sono tranquillo (sorride ancora, ndr)»

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