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·13. April 2025

Lazio-Roma, c’è dentro un mondo: le due squadre provano a sorprendersi

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Corriere dello Sport (R. Maida) – Per un tifoso sarà l’ultimo dei pensieri, nascosto dentro all’emotività di una serata che vive di logiche proprie. Eppure la razionalità rammenta che questo è un derby da ricchi: chi lo vince può ancora sperare di agganciare l’ultimo vagone del treno Champions, pieno di sesterzi e di prospettive. La Lazio parte davanti in classifica, due punti, è non è poco: un pareggio terrebbe accesa la speranza, osservando anche lo scontro diretto Atalanta-Bologna. E poi gioca in casa, un supporto scenografico e sonoro che all’Olimpico non guasta. Ma la Roma ha un vantaggio: si è preparata per una settimana pensando solo a questa partita, a differenza dell’avversario che ha sofferto il gelo norvegese e si è pure complicata la vita internazionale in attesa del ritorno.

Baroni ha sottolineato lo scherzo del calendario, Ranieri ha replicato sottolineando che in altre circostanze l’incrocio era stato a lui sfavorevole. Scaramucce normali, molto dentro ai confini dell’educazione di due allenatori-gentiluomini. In verità era successo a Mourinho di giocare un derby tre giorni dopo una trasferta di Europa League, allo stesso modo persa 2-0, contro lo Slavia Praga. In quel caso il derby è finito 0-0, minimizzando l’effetto della stanchezza e della freschezza. Perché quando sale la tensione di un Lazio-Roma, le gambe possono contare molto meno della testa.


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Lo conferma la partita d’andata, in cui la Lazio entrò in campo incerta e incassò velocemente i gol di Pellegrini e Saelemaekers, senza poi sterzare nonostante un arrembante secondo tempo. Si potrebbe chiamare shock Ranieri, che ha vinto 5 derby su 5 e stasera vivrà l’ultimo da allenatore. Una sentenza, finora. Ma sempre appellabile, perché la statistica non è aritmetica. All’epoca, la Roma inseguiva a -15 e mai avrebbe sperato di potersi giocare uno slot europeo. Quasi 100 giorni dopo – 98 per la precisione – le due squadre si ritrovano accompagnate da umori molto diversi: la Lazio vive sull’altalena, tra la grande vittoria di Bergamo e la tremenda sconfitta di Bodø, la Roma viene da 15 giornate di imbattibilità. Difficile immaginare un derby più aperto di questo, con 63.000 spettatori a rendere magica la cornice dell’Olimpico.

Sono imprevedibili anche i piani tattici dei due allenatori. La logica vorrebbe che la Roma ripetesse il copione dell’andata. Solo che stavolta Ranieri deve rinunciare a Dybala: Soulé o Baldanzi sono chiamati ad agitare il piede sinistro in modo vagamente simile. E comunque Baroni ha lavorato per disinnescare il trappolone del lancio lungo, elemento decisivo per comporre il risultato del 5 gennaio. La Lazio, a proposito di argentini determinanti, recupera il centravanti titolare, il Taty Castellanos: resta da capire se lo affiancherà da subito Dia. E’ la stessa tentazione di Ranieri, che tuttavia dovrebbe rinunciare alla formula a due punte tenendo Shomurodov in panchina. Entrambi gli allenatori hanno blindato i rispettivi centri sportivi mescolando ad arte le formazioni negli ultimi allenamenti. Solo loro sanno come sia meglio cominciare. Ma nemmeno loro possono sapere come andrà a finire.

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