
Zerocinquantuno
·14 May 2025
Ndoye trascinatore, Freuler cervello, difesa impeccabile, ma è tutto il Bologna di Italiano che gira alla grande: mister da 10, come i tifosi

Zerocinquantuno
·14 May 2025
I voti ai protagonisti di Milan-Bologna 0-1.
Skorupski 7,5 – All’11’ salva la situazione con un doppio incredibile miracolo, prima sul fuoco amico di Beukema e poi sul tentativo di Jovic. Freddo e concentrato in tutte le altre situazioni, mai di estremo pericolo.
Holm 7,5 – Partita di enorme personalità nonostante le condizioni fisiche precarie, condita pure da un’occasione da gol con un colpo di testa che meritava più convinzione. Beukema 7,5 – A parte la défaillance iniziale, tamponata da Skorupski, sforna l’ennesima prestazione memorabile della sua esperienza rossoblù, col consueto piglio da veterano. Lucumí 7,5 – Inappuntabile. Annichilisce Leao andandolo a prendere quasi a metà campo, disinnescando sul nascere le invenzioni del giocatore di riferimento del Milan. E nel finale di fuoco non fa passare nemmeno uno spillo. Miranda 7 – Soffre un po’ le folate milaniste del primo tempo, e ciabatta un tiro in porta senza pretese, ma in un finale vinta dopo 51 anni non ci sono quelli che giocano male, ci sono solo quelli che hanno trionfato.
Ferguson 7 – Rischia grosso per un’entrata su Leao che Mariani e il VAR non giudicano condotta violenta. Rischia ancor di più per una trattenuta su Pulisic vicino all’area che non gli vale il secondo giallo ravvicinato. A parte questo, gioca con un naso mezzo rotto (dallo stesso Leao) e con una generosità degna di Beckenbauer edizione 1970. Freuler 7,5 – Il software di questa squadra, di questa Coppa Italia e di tutti i successi che arriveranno. Finché c’è lui, il centrocampo è al sicuro.
Orsolini 7 – Favorisce il tocco fortuito di Theo Hernandez sui piedi di Ndoye, che non si fa pregare. Spinta costante del Bologna e spina nel costato del Milan, con anche tanta abnegazione difensiva in aiuto a Holm. Fabbian 7 – Promosso un po’ a sorpresa titolare nella partita più importante dell’anno, il riservista Fabbian fa capire di meritare molto più di elogi d’ordinanza: personalità, ritmo, incursioni e ripartenze. Ndoye 8 – Da esterno generico a killer d’area di rigore, la sua metamorfosi è completata. Il balletto sulle punte che porta la Coppa Italia a Bologna dopo 51 anni è un manifesto di tecnica e senso del gol da bomber vero. Altro che ala.
Castro 7,5 – Preziosissime le sue sportellate, il suo pressing, la sua voglia di vincere, la sua personalità nell’affrontare a muso duro perfino l’arbitro (quando serviva). Quanto ci sei mancato, ‘Santi’.
Casale (24′ st) 6,5 – Entra al posto di Orsolini per passare al 3-5-2 e costruire una linea Maginot: intuizione giusta di Italiano. Pobega (24′ st) 6,5 – Muscoli e lucidità negli ultimi tesissimi minuti Calabria (31′ st) 6,5 – Avrebbe dato l’anima per partire titolare, si accontenta di un attentissimo cameo che gli vale comunque una vittoria in faccia alla sua ex (poco grata) squadra. Odgaard (35′ st) 6,5 – Qualità e potenza, con le ultime energie stagionali rimaste, per controllare il risultato e magari arrotondarlo. Dallinga (35′ st) 6 – Discreta gestione di qualche pallone scottante.
Italiano 10 – Al diavolo le maledizioni delle tre finali perse con la Fiorentina. Qui siamo a Bologna. E Bologna ha trovato il suo condottiero capace e umile, che senza proclami ha riportato a casa un trofeo dopo 51 anni, riuscendoci al primo colpo. Come nemmeno erano riusciti a fare i più grandi, Bernardini compreso.
Arbitro Mariani e assistenti 5,5 – Forse grazia il Bologna non espellendo Ferguson per la trattenuta su Pulisic. Ma al di là del giudizio su quell’episodio (anche lo statunitense si dà da fare), per il fischietto di Aprilia non mancano le sbavature, di qua e di là.
Tifosi 10 – Coreografia spettacolare: la squadra del 1964 che scende su un tappeto rosso e blu, per ricordare al mondo che il Paradiso del calcio eravamo noi. E forse lo saremo ancora.