Caso scommesse, Fagioli e il trucco della “roba dello 0”: così aggiravano i limiti delle puntate | OneFootball

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·12 aprile 2025

Caso scommesse, Fagioli e il trucco della “roba dello 0”: così aggiravano i limiti delle puntate

Immagine dell'articolo:Caso scommesse, Fagioli e il trucco della “roba dello 0”: così aggiravano i limiti delle puntate

Un sistema collaudato per eludere i controlli sui siti legali Emergono nuovi particolari dalle indagini della Procura di Milano in merito al giro di scommesse illegali che coinvolge 12 calciatori di Serie A.

Caso scommesse, Fagioli e il trucco della “roba dello 0”: così aggiravano i limiti delle puntate

Al centro dell’ultimo sviluppo c’è la cosiddetta “procedura senza uno zero”, una tecnica messa a punto per aggirare i limiti imposti dalle piattaforme ufficiali di gioco.


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Il metodo era semplice quanto efficace: indicare importi inferiori a quelli realmente giocati, eliminando uno zero (es. 500 euro invece di 5.000) e bypassare così i massimali previsti dai bookmaker legali. Questa modalità era ben nota tra i membri del gruppo, come emerge da diverse chat acquisite agli atti.

Il ruolo di De Giacomo e la rete organizzata A orchestrare il tutto sarebbe stato Tommaso De Giacomo, 38 anni, gestore di due sale scommesse (una a Milano, l’altra nell’hinterland, intestate alla madre) e considerato dagli inquirenti il coordinatore del sistema illegale. Sarebbe stato lui a istruire Nicolò Fagioli, centrocampista della Fiorentina, e figura-chiave dell’inchiesta, su come diffondere il metodo ad altri scommettitori.

In una delle conversazioni raccolte dagli inquirenti, Fagioli riceve l’invito diretto da De Giacomo:

“Spiega la roba dello 0 anche agli altri.”

Le chat e le cifre: il trucco spiegato con uno screenshot Nel gruppo WhatsApp che includeva Fagioli, l’ex arbitro Piero Marinoni e il tennista Matteo Gigante, si fa esplicitamente riferimento al sistema. Marinoni avrebbe inoltrato uno screenshot di una scommessa truccata, spiegando:

“Considera che questo gioca senza 0 (…) quindi ha messo 5K per 270K.”

Dai dati emersi, però, sulla schedina risultavano solo 500 euro puntati, con un potenziale guadagno di 27.000 euro. La vera puntata sarebbe invece stata dieci volte superiore, ma mascherata grazie alla “procedura dello 0”.

Una rete estesa, un danno profondo Il sistema, sempre più articolato, dimostra la pervasività e l’organizzazione del giro. Dai calciatori di Serie A, a soggetti del mondo dilettantistico, fino a sportivi di altre discipline: un intreccio che coinvolge nomi insospettabili e modalità truffaldine con implicazioni penali e sportive gravissime.

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