Calcio e Finanza
·10 febbraio 2025
Caso Tomori, Italia pronta a fare da apripista sul VAR a chiamata
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Calcio e Finanza
·10 febbraio 2025
L’espulsione di Fikayo Tomori nel secondo tempo di Empoli-Milan ha svelato una delle lacune più grandi dell’attuale protocollo del VAR. Il difensore inglese è stato espulso, per doppia ammonizione, in seguito a un corretto cartellino giallo comminato per un fallo su Lorenzo Colombo. Il calciatore della formazione toscana partiva però da una posizione di fuorigioco. Ma in queste occasioni il VAR non può intervenire, dal momento in cui non è prevista una revisione per i cartellini gialli, nemmeno per quelli che portano a un’espulsione.
Come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, questo episodio, che per il Milan non ha comunque avuto effetto sul risultato dell’incontro (i rossoneri hanno vinto 2-0, con la parità numerica ristabilita dopo pochi minuti a seguito dell’espulsione di Marianucci), ha riacceso però la discussione intorno all’introduzione del VAR a chiamata.
All’inizio di questa stagione, il presidente della FIGC Gabriele Gravina, appena rieletto, aveva annunciato la disponibilità italiana a sperimentare importanti innovazioni per migliorare il rapporto fra calcio e tecnologia, non tralasciando altri aspetti come il tempo effettivo. Lo stesso numero uno della Federcalcio aveva scritto all’IFAB, l’organo internazionale deputato a modificare le regole del calcio, manifestando la volontà dell’Italia di fare da apripista a tali forme di sperimentazione.
«Vogliamo dare il nostro contributo per migliorare il calcio – aveva dichiarato in merito Gravina – allo scopo di rendere il gioco sempre più attrattivo e spettacolare, soprattutto per i giovani. Sappiamo che il percorso verso l’innovazione deve essere condiviso e poi realizzato, ma se non si comincia non si arriverà mai a modificare lo status quo». La sperimentazione di quello che si può chiamare tranquillamente challenge a disposizione delle squadre, come avviene nel tennis, è allo studio dell’IFAB.
Rimane comunque la discussione sul protocollo attuale che delimita i casi in cui il VAR può intervenire. Un cortocircuito che consente l’intervento della tecnologia per un rosso diretto e non per una seconda ammonizione, che ha però come effetto quello di lasciare una squadra in inferiorità numerica. Infatti, se il fallo di Tomori fosse stato punito con un rosso diretto, il VAR sarebbe stato chiamato a intervenire per verificare se la posizione di Colombo fosse stata regolare, cosa che non può fare in caso di secondo giallo come avvenuto al Castellani nella serata di sabato.
Una riflessione potrebbe riguardare il mancato secondo giallo per scelta arbitrale, come è già accaduto in questo campionato più di una volta. Ma un allargamento del protocollo VAR a questa casistica porterebbe all’utilizzo della tecnologia come se fosse una moviola in campo, deriva che l’IFAB e le istituzioni calcistiche internazionali hanno da sempre voluto escludere.
Un altro conto se si introducesse per le squadre la possibilità di poter richiamare al monitor l’arbitro per un episodio non previsto dal protocollo, ponendo però un limite al numero di interventi a chiamata da parte delle panchine. Tutte valutazioni che l’IFAB sta portando avanti con la speranza che intanto gli episodi come quello di Empoli rimangano limitati.